Il campione altoatesino è tornato su una scelta che ha cambiato radicalmente la sua vita: le parole di Jannik Sinner
Da quando, in particolar modo dall’ottobre del 2023, Jannik Sinner ha preso a vincere a ripetizione portando a casa un torneo dietro l’altro scalando la classifica mondiale, in tanti hanno iniziato ad appassionarsi sull’affascinante figura di un ragazzo che, per certi versi, sembra quasi un anti eroe.
![Jannik Sinner, arriva la confessione: "È stato spaventoso"](https://www.materasport24.it/wp-content/uploads/2024/05/Jannik-Sinner-05052024-Materasport24.jpg)
Timido, riservato, composto nelle esultanze, mai sopra le righe, allergico ai social, il nativo di San Candido è stato oggetto (e continua ad esserlo) di tanta curiosità attorno a quello che è stato il suo percorso di vita. Ciò che lo ha portato a rendersi conto di essere un atleta che avrebbe potuto fare strada nel tennis, abbandonando lo sport in cui – per lo meno fino all’età di 12 anni – eccelleva anche a livello nazionale.
Non è ormai un mistero, grazie alle tante domande ricevute sulla sua vita adolescenziale e sulle sue passioni più intime, che Jannik amasse sciare. E che fosse maledettamente portato per farlo anche a livello agonistico. Tornando indietro con la memoria, sottolineando in particolar modo un episodio, il campione altoatesino si è confessato ai microfoni del ‘Financial Times’.
Sinner a cuore aperto: “Quando sei bambino è spaventoso”
“Quando scii e commetti un errore, non puoi vincere la gara. Se cadi sei fuori gara“, ha esordito Jannik spiegando cosa abbia contribuito a convincerlo che forse sarebbe stato meglio continuare a giocare a tennis piuttosto che sciare. “Ho scelto di giocare a tennis perché per me è una competizione sana“, ha poi proseguito anticipando l’episodio forse scatenante della sua decisione.
![Jannik Sinner, arriva la confessione: "È stato spaventoso"](https://www.materasport24.it/wp-content/uploads/2024/05/Sinner-Jannik-05052024-Materasport24.jpg)
“Ero davvero bravo a sciare, non così bravo a tennis. Quando avevo 12 o 13 anni, partecipavo a una gara, ed era la prima gara di discesa libera. Vai lì e devi saltare 30 o 40 metri, ma quando sei bambino è spaventoso, e per me lo è stato. Allora mi sono detto che forse avevo troppa paura per continuare con quella disciplina“, ha confessato Jannik.
Successivamente, nella lunga chiacchierata con la redazione del quotidiano britannico, Sinner è tornato sulla tranquillità che trova ogni qualvolta riesce a tornare a casa, in Val Pusteria, per staccare la spina dalle competizioni.
“I giorni a casa sono davvero importanti per me perché mi danno la sensazione di quando ero giovane. Vado sulle piste, scio un po’, mi diverto con i miei amici. Nella mia mente è come tornare ai vecchi tempi, e questo è davvero bello per me: questi sono forse i giorni più speciali che posso avere“, ha concluso.